sabato 6 settembre 2008

Fate sempre le cose da soli!

Non lo dirò mai abbastanza.
Spero però almeno con questo intervento di fare almeno un paio di passi avanti...

Vale in generale per quasi tutto quello che si fa, ma per l'Erasmus vale in modo particolare: le cose si fanno da soli.
Non voglio dire che dovete rifiutare l'aiuto degli altri, assolutamente no. Voglio dire che non dovete aspettarvi l'aiuto di nessuno.
Partite già con l'idea di essere da soli a dover risolvere i problemi. Se altri vi aiutano, buon per voi, ma non contateci.
Tanto più che comunque dovete vagliare le offerte di aiuto, altrimenti potreste trovarvi ad aspettare che si sbrighino con i loro tempi, ed alla fine scoprire che avreste fanno meglio e prima da soli.

Cercherò di esprimermi in maniera concisa ed ordinata...

L'Ufficio Erasmus è ovviamente la principale fonte di informazioni in materia, ed è anche un luogo dove tanti, ma tanti studenti del tutto impreparati vanno a fare più o meno sempre le stesse domande, sperando in sostanza che qualcuno faccia tutto al loro posto.
Va benissimo chiedere sulle scadenze, sulla documentazione, l'elenco delle mete, i requisiti di ammissione [se presenti], informazioni sui criteri di valutazione, quello che volete.
Ma non si va in Ufficio Erasmus per farsi tradurre programmi o farseli cercare, per farsi tradurre documenti in lingua o farseli procurare, per fare domande imbecilli tipo “vogliandare in francia ma nn cnsco il francese, poxo farlo?” ecc. ecc.

Andate sui siti delle università di destinazione, e naturalmente sul sito della vostra, per ottenere tutte le informazioni ufficiali e la modulistica. Se vi presentate ad un ufficio o ad un professore dimostrando di aver già fatto ricerche per conto vostro fate già una buona figura, dando prova di buona volontà.
I perditempo non piacciono a nessuno, e se un ufficio ne riceve troppi poi finisce per ricevere sgarbatamente anche gli altri.

Per l'approvazione del Learning Agreement esiste un'apposita commissione, costituita in genere da docenti promotori, che per poter decidere devono valutare i programmi degli insegnamenti all'estero. Ciò implica che questi devono essere loro procurati. E dovete essere voi a procurarglieli.
Cercateli sul sito dell'università di destinazione. Se non doveste trovarli, non esitate a scrivere al loro ufficio Erasmus, o direttamente al professore titolare dell'insegnamento.

Dovete “conoscere la lingua”.
È anche questione di buon senso: non potete pretendere di trovare ovunque corsi e testi in inglese apposta per voi. Ed è abbastanza sgarbato passare dei mesi a studiare in un paese estero senza curarsi di impararne un po' di lingua.
In paesi come Polonia, Ungheria e Romania non vi sarà imposto di imparare polacco, ungherese e rumeno, sono paesi in cui l'inglese è per forza di cose più diffuso in ambiente universitario, ma se andate in Francia Dovete conoscere il francese, in Spagna lo spagnolo, in Germania il tedesco. Per esempio in Austria non mancano professori che parlano e sarebbero disposti ad ascoltarvi in italiano, ma sono sempre l'eccezione. In Svizzera, stando a quanto mi dicono amici che ci sono stati, se non si parla tedesco o francese si può anche ricevere un'accoglienza molto poco calorosa.
[Ciò ovviamente non implica che dovete conoscere tali lingue alla perfezione prima di partire, ma come minimo le basi indispensabili per navigare nei siti delle loro università sono d'obbligo. Senza contare che la conoscenza linguistica influisce anche a monte sul punteggio in graduatoria, quindi sulla possibilità di vincere o meno la borsa]
Ed anche se dovreste evitare di parlare – in tali paesi – in inglese, ed usare invece la lingua del luogo, date ugualmente una buona rispolverata al vostro inglese, per avere sempre la possibilità di cavarvela in caso di difficoltà.

Se bisogna portare dei documenti dall'ufficio A all'ufficio B per poi farli firmare dal professore X, occupatevi personalmente di questi passaggi. Evitate di lasciare le carte nelle mani in particolare dei professori quando sapete che sono persone in genere impegnate: potreste facilmente ritrovarvi con due settimane in meno sulla tabella di marcia, magari con una scadenza alle porte.

Questo è quanto. Se questo intervento sarà utile ad una sola persona negli anni a venire, il mio lavoro non sarà stato vano

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